La riabilitazione del pavimento pelvico è considerata da oltre 20 anni un riconosciuto approccio conservativo (non farmacologico e non chirurgico) alle molteplici disfunzioni del basso tratto urinario e dei muscoli del pavimento pelvico.
Le patologie correlate a disfunzioni del pavimento pelvico possono essere suddivise in 2 categorie:
▸ disfunzioni pelviche conseguenti ad un ipotonia dei muscoli perineali
▸ disfunzioni pelviche conseguenti ad un ipertono dei muscoli perineali.
Principali disfunzioni di un pavimento pelvico ipotonico:
▸ incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza e mista
▸ sindrome della vescica iperattiva
▸ incontinenza anale
▸ prolasso degli organi pelvici
▸ sindrome del perineo discendente
▸ stipsi
Principali disfunzioni di un pavimento pelvico ipertonico:
▸ sindrome della vescica iperattiva
▸ disturbi dello svuotamento vescicale
▸ cistiti ricorrenti
▸ cistiti interstiziali
▸ vaginismo
▸ dolore
Nel 1992 L’International Continence Society ha riconosciuto un’importante validità scientifica alle tecniche riabilitative ed elettroterapiche sia nell’ipotonia che nell’ipertonia del piano perineale.
La riabilitazione può essere eseguita con diverse tecniche:
▸ Chinesiterapia pelvi-perineale
▸ Biofeedback
▸ Elettrostimolazione funzionale
La chinesiterapia si avvale dell’esercizio terapeutico effettuato in maniera sequenziale per facilitare la presa di coscienza dell’attività muscolare perineale seguito da un training di rinforzo o di rilassamento muscolare fino all’integrazione dell’attività muscolare nella vita quotidiana.
Il biofeedback (BFB) è una ginnastica attiva di contrazione e rilassamento che consente, attraverso un apparecchio elettromedicale, di registrare l’attività del muscolo perineale qualora vi sia una scarsa coscientizzazione di tale attività. È utile nel caso in cui si evidenzia una ridotta “coscienza” di un’area e di una funzione.
Attraverso una sonda endovaginale e/o endoanale, la contrazione e il successivo rilassamento vengono registrati ed elaborati per poter essere presentati al paziente che vede su di un monitor il proprio lavoro sotto forma di impulsi sensoriali uditivi o visivi.
L’elettrostimolazione funzionale (SEF) è una stimolazione passiva con corrente elettrica che evoca una contrazione muscolare sia diretta (muscolo) che indiretta (nervo). Può essere utilizzata sia con elettrodi di superficie applicati a sonde monopaziente da utilizzare per via endocavitaria, vaginale e anale, sia con elettrodi di superficie a placca utilizzati al di fuori dello spazio intracavitario.
È usata sia singolarmente che in associazione ad altre tecniche riabilitative e i suoi effetti sono di tipo:
▸ eccitomotorio favorendo il rinforzo della muscolatura perineale agendo quindi sull’attività sia delle fibre fasiche sia di quelle toniche dei muscoli del pavimento pelvico;
▸ inibitore con un’azione inibente quando l’alterazione funzionale è per esempio quello della vescica iperattiva laddove si tratta di ridurre l’iperattività del detrusore;
▸ antalgico riferito all’impiego che ne viene fatto per il dolore post-episiorrafia e per la riduzione o l’annullamento delle contratture muscolari che sono alla base di numerose disfunzioni pelvi-perineali.